Italijanski jezik ne stoji loše kako se misli - La lingua italiana non sta male come si pensa...
U sveopštoj globalizaciji i neminovnom postepenom gubljenju specifičnosti i identiteta na raznim nivoima ista situacija dočekuje svetske jezike koji nisu engleski. Ipak ne treba gubiti iz vida da značajni svetski jezici koji imaju veliki broj govornika i bogato kulturno nasleđe ne gube bitku sa anglizacijom i odolevaju potpunim promenama na čemu rade lingvisti i profesori trudeći se da na taj način proces promena i tranzicija unutar samog jezika učine sporijim. Promene u jeziku su neminovne i to je nešto što svi treba da prihvatimo ali je i očuvanje jezičkog identiteta i integriteta od ogromnog značaja za sve nas kao pojedince i pripadnike određenih sredina, zajednica i nacija.
Evo šta na tu temu kažu naše kolege iz Italije upravo upućujući na italijanski jezik za koji ovih dana potvrđuju da situacija nije toliko loša kako se misli. U vezi sa ovom temom često se setim jednog jednostavnog citata na italijanskom koji glasi: "Il mondo è bello perchè è diverso." - "Svet je lep zato što je različit." Zato negujmo svoje jezike, svakako učeći i usavršavajući one druge ali poštujmo naše različitosti i uživajmo u njima.
La lingua italiana non sta male come si pensa
La diffusione
dell’inglese e i nuovi media saranno la causa della scomparsa dell’italiano?
Forse non c’è ragione di essere così pessimisti. Un punto nella Settimana della
lingua italiana nel mondo.
Le cassandre ne annunciano da tempo la prossima scomparsa, per far spazio a quella versione semplificata
dell’inglese che è diventata lingua
di comunicazione
universale. Ma l’italianocontinua a resistere, e forse le sue condizioni
di salute non sono così drammatiche come spesso si sente
dire. E se il globish continua
a espandersi, non c’è comunque ragione per strapparsi i capelli e preconizzare
una rapida scomparsa della nostra lingua.
“In un certo senso, i custodi dell’italiano sono i 60 milioni di parlanti
madrelingua e gli altri per i quali è una seconda lingua. Siamo abbastanza al
sicuro da un’imminente scomparsa dell’italiano”, afferma Claudio Marazzini, linguista e presidente dell’Accademia della Crusca, che della tutela della nostra lingua fa la
propria missione. “Tutte le lingue, naturalmente, possono estinguersi – continua Marazzini –, anche
l’italiano, ma la nostra è protetta anche dalla sua lunga tradizione
culturale e letteraria. L’italiano è una grande lingua di cultura e di
questo gli italiani non sono sempre consapevoli”.
Il fenomeno è noto:
determinati settori – per esempio quello economico – sembrano progressivamente erodere l’ambito d’uso della lingua
italiana, per aumentare quello in cui il protagonista è l’inglese. Il fenomeno
si avverte particolarmente al di sopra della cosiddetta linea La
Spezia-Rimini, che separa l’italiano
del Nord da quello del Centro-Sud ed è molto accentuato nei principali centri
economici:
“Oggi Milano è tra i principali
centri di innovazione linguistica, anche se vi si avverte a volte, purtroppo,
una certa sfiducia nei riguardi della lingua italiana a favore dell’inglese”, nota Marazzini, che sottolinea anche come non
sia opportuno accettare acriticamente ogni innovazione, per non appiattire e,
quindi, impoverire la nostra lingua.
napisala: Anna Rita Longo, preuzeto sa sajta: wired.it priredila: Nataša Đurica, prof.italijanskog
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